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OGGI SONO UOMO di RITA PANI

8 Marzo 2014, 09:20am

Pubblicato da Marcello Lopez

Ma che bello! Avete sentito? In Parlamento ci sono 90 deputate che si adoperano in maniera bipartisan per la parità di genere nelle liste elettorali. Sono quelle notizia che aiutano le donne ad avere giornate magnifiche, a riconciliarsi col mondo, con la vita, a far pace col loro sesso – se ce ne fosse bisogno.
Hanno scritto una lettera accorata ai vertici dei partiti che comandano il baraccone – pure a quello che utilizza finalmente le donne/bambine – perché ci sia parità di genere reale, e non fittizio con quel “50%” obbligatorio che non vuol dir nulla, di presenze femminili nelle liste.
“Esempio: i primi due candidati in lista sono uomini, il terzo è donna. Ma lo scrutinio stabilisce che in quel collegio passano solo i primi due in lista. Il terzo, o meglio, la terza è fuori. Le parlamentari, in modo trasversale, chiedono che la norma venga modificata.”
È meraviglioso. Prendiamo zuccherini convinti che siano cure miracolose contro i bubboni. E ci sentiamo meglio, quasi guariti.
Già, perché il problema non è tanto che i primi due candidati in lista spesso siano affiliati alla cosca di governo o di partito. Non è che sovente i primi due siano esseri ributtanti che dovrebbero vivere nelle patrie galere. Il problema è che spesso essi non sono donne.
Il problema non è nemmeno che, nel caso lo fossero, esse facciano parte dell’harem di un vecchio maiale, o siano le mogli o le sorelle dei mammasantissima di questa o quella banda. Ultimamente, poi, troppo spesso l’amante del capo.
E non è bellissimo che tutto questo rumoreggiare accada ieri, il giorno prima della rutilante giornata delle donne? L’ 8 marzo delle mimose, dei ballerini, della parità di genere reale, che fa credere alla donna in avanzato stato di decomposizione, di poter pagare per molestare un ragazzino che si guadagna da vivere, agitando le chiappette marmoree?
Ne avremmo parlato, se le 90 deputate avessero chiesto in modo bipartisan, che i primi due o tre candidati in lista fossero persone per bene, uomini, donne, omosessuali, o semplicemente asessuati? Non credo. Come non si parla abbastanza del fatto che questa nuova legge elettorale non risolve l’unico vero problema di questi staterello che ha finito pure le banane, ossia la totale mancanza di democrazia. Non risolve la negazione del diritto al voto, della libertà di scegliere veramente chi ci dovrebbe governare.
Mi insulta, mi oltraggia e mi offende questo nuovo placebo, che anziché curarmi, mi ammala.
Per questo, oggi voglio vivere da uomo. Voglio anche io la parità di genere. Per protesta piscerò fuori dalla tazza, mi gratterò laddove dovrei avere i testicoli mentre consumerò i tasti di un telecomando, andrò a fare un giro in auto suonando il clacson ad ogni semaforo rosso, andrò a sbattere contro un albero se mai sul marciapiede dovesse passare uno di quei ballerini che stasera salirà sui tavoli della pizzeria. Perché in fondo null’altro che questo può essere la “parità di genere” in un paese che sente il bisogno di legiferare su una cosa che dovrebbe nascere spontanea dal buon senso.
Rita Pani (APOLIDE)

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